La forza di uno stile personale.
Diego Velázquez, "Papa Innocenzo X" (particolare), 1650. Olio su tela cm 140x120. Roma, Galleria Doria Pamphilj.
Qualcuno rinfacciò a Velàzquez il fatto che non dipingeva con soavità e bellezza soggetti più seri, in cui avrebbe potuto benissimo emulare Raffaello: egli se la cavò elegantemente, dicendo "che preferiva essere primo in quel genere grossolano, che secondo in uno più delicato".
A. palomino, El Museo pletorico. Escàia óplica, 1724.
Questa dichiarazione rivela la sua concezione dell’arte: non cercare l’imitazione, ma l’autenticità del proprio tratto. Velázquez rimase fedele alla sua pennellata libera, vibrante, capace di rendere la materia pittorica viva e immediata.
Il celebre ritratto di Papa Innocenzo X (1650, Galleria Doria Pamphilj, Roma) ne è la prova: un’opera che colpisce per la crudezza realistica e la potenza psicologica, tanto che lo stesso pontefice avrebbe esclamato “Troppo vero!”.
Velázquez dimostra così che la grandezza non sta nel conformarsi a un ideale di bellezza, ma nel dare voce alla verità della pittura. Il maestro spagnolo incarna perfettamente il superamento delle rigide regole rinascimentali, utilizzando le nuove tecniche barocche per esplorare la realtà con una profondità e una libertà pittorica che hanno ridefinito il linguaggio dell'arte.