Quando un quadro è finito? Il dilemma (e la soluzione) di ogni pittore

Una delle domande che i miei allievi mi rivolgono più spesso in studio è proprio questa: "Maestro, come faccio a capire quando il mio quadro è finito?".
È una domanda legittima, che nasconde però una delle più grandi insidie della pittura. Spesso si crede che la difficoltà maggiore stia nell'inizio, nella tela bianca. In realtà, il momento più critico è proprio l'ultimo. Quello in cui bisogna decidere di posare il pennello. 

Pablo Picasso, Famiglia di saltimbanchi, 1905.


Perché è così difficile fermarsi?
La risposta è concettualmente semplice, ma difficile da accettare: un dipinto, tecnicamente, non si può finire.

Sulla tela si potrebbe continuare all'infinito: aggiungere un dettaglio, velare un'ombra, accentuare una luce. La pittura è un processo fluido e la perfezione è un orizzonte che si sposta sempre un passo più in là. Ecco perché è difficile capire quando fermarsi: il rischio non è quello di fare troppo poco, ma di fare troppo, finendo per "accanirsi" sull'opera e spegnerne la vitalità.

La lezione dei maestri
Questo concetto non riguarda solo gli allievi che studiano la pittura, ma ha tormentato i più grandi maestri della storia dell'arte. Pablo Picasso, con la sua consueta franchezza, sintetizzò il problema in una frase celebre:

"Finire un'opera? Che assurdità! Finire vuol dire ucciderla, toglierle l’anima, darle il colpo di grazia per lei e per il pittore."

Per Picasso e per molti altri artisti, l'opera finita nel senso scolastico del termine è un'opera "morta". Un quadro deve restare "vivo".

Questione di tecnica (e di occhio)
Capire quando fermarsi non è solo una questione di intuito, ma di conoscenza tecnica. Il momento in cui fermarsi cambia radicalmente in base all'approccio che stiamo utilizzando.

Tecnica delle velature: si dipinge con tanti strati pittorici. Il pericolo è quello di lavorare all'infinito, perché questo approccio è meditativo e nel corso del tempo porta l'artista a infinite trasformazioni e ritocchi. Saper dire basta significa preservare la trasparenza dei primi strati e la spontaneità del progetto iniziale.

Pittura diretta: con questa tecnica la priorità è la freschezza pittorica. Ogni pennellata aggiuntiva rischia di far perdere spontaneità alle pennellate. Fermarsi un attimo prima significa salvare l'energia del gesto.

Imparare a vedere
Nel percorso di apprendimento della pittura, imparare a dipingere significa anche educare l'occhio a riconoscere questo equilibrio instabile.
Che si tratti di un approccio indiretto classico (disegno, grisaglia e velature) o diretto e moderno (niente disegno: colore e coraggio su tela bianca), il mio obiettivo durante le mie lezioni è fare sviluppare quella sensibilità critica che ti permette di guardare il tuo lavoro e dire: "Va bene così. Non serve altro."

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