Il colore per Kandinskij

La pittura come musica per gli occhi.

Vasilij Kandinskij, Giallo, rosso, blu, 1925.


Per Vasilij Kandinskij il colore non era soltanto materia pittorica, ma un linguaggio capace di attraversare i sensi. Nei suoi scritti teorici, come Lo spirituale nell’arte (1910), descrive il colore come un tasto che, premuto dall’occhio, fa vibrare l’anima come un pianoforte.

“Il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull’anima. Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima è il pianoforte dalle molte corde”.
Vasilij Kandinskij

Questa immagine musicale è la chiave della sua sinestesia: vedere un colore significa anche ascoltare un suono, percepire un ritmo, sentire un’armonia. Ogni tonalità cromatica diventa una nota, ogni quadro una sinfonia silenziosa che si rivolge direttamente ai sensi.

La pittura, per Kandinskij, non è mai semplice rappresentazione visiva: è esperienza totale, un concerto di forme e colori che risveglia emozioni profonde. Così l’arte diventa musica per gli occhi e vibrazione per l’anima.

Altri articoli dal blog