I pastelli sembrano solo per bambini, eppure alcuni dei più grandi capolavori della storia dell'arte sono stati realizzati proprio con questa tecnica. Se usati con maestria, i pastelli hanno quasi la resa della pittura a olio, con una luminosità e una vibrazione cromatica che pochi altri medium possono offrire.
Rosalba Carriera e la rivoluzione del pastello nel Settecento
Fu Rosalba Carriera (1673-1757), pittrice veneziana, a introdurre e diffondere l'uso artistico dei pastelli in Italia nel Settecento. Prima di lei, i pastelli erano considerati principalmente uno strumento per schizzi preparatori o per opere minori. Rosalba li trasformò in un mezzo espressivo sofisticato, perfetto per ritratti di straordinaria delicatezza e raffinatezza.
I suoi ritratti aristocratici, realizzati con pastelli su carta preparata, conquistarono le corti europee. La tecnica di Rosalba permetteva di catturare la morbidezza della pelle, la lucentezza delle stoffe, la trasparenza dei veli con una delicatezza difficile da ottenere con la pittura a olio. I suoi pastelli divennero così ricercati che fu invitata alla corte di Luigi XV a Parigi, dove il suo lavoro influenzò un'intera generazione di ritrattisti francesi.
Edgar Degas: una vita dedicata al pastello
Se Rosalba Carriera nobilitò il pastello nel Settecento, Edgar Degas (1834-1917) ne fece la sua tecnica principale nella seconda metà dell'Ottocento. Degas non usò i pastelli occasionalmente: li scelse come tecnica principale per tutta la sua carriera artistica, perfezionandone l'uso fino a raggiungere risultati straordinari.
Le sue celebri ballerine, le scene di vita parigina, i nudi femminili colti in momenti di intimità quotidiana - tutte queste opere che oggi ammiriamo nei musei di tutto il mondo sono realizzate prevalentemente a pastello. Degas amava questa tecnica perché gli permetteva di lavorare velocemente, di correggere, di sovrapporre strati di colore, di creare ricchissimi effetti di luce. La sua frase resta famosa: "L'arte non è ciò che vedi, ma ciò che fai vedere agli altri". E con i pastelli, Degas riusciva a far vedere la luce, il movimento, l'atmosfera con un'immediatezza straordinaria.
La tecnica professionale del pastello
Lavorare con i pastelli a livello professionale non significa "colorare". Richiede conoscenza, tecnica, controllo. I maestri come Degas stratificavano decine di strati di colore, lavoravano per velature successive, fissavano parzialmente il lavoro per poi continuare a costruire profondità e luminosità.
La tecnica prevede:
• Lavoro su carta preparata: scegliere supporti adeguati che permettano al pigmento di aderire in modo ottimale;
• stratificazione: sovrapporre colori diversi per creare tonalità complesse e vibranti;
• sfumatura: fondere i colori con le dita, con sfumini o con pennelli morbidi per creare passaggi graduali;
• fissaggio controllato: utilizzare fissativi in spray in momenti precisi del lavoro per stabilizzare gli strati senza perdere la brillantezza del colore.
Con la tecnica giusta, i pastelli permettono di ottenere effetti simili alla pittura a olio: profondità, luminosità, ricchezza cromatica. Ma mantengono quella freschezza e immediatezza che li rende unici. Il colore del pastello non subisce alterazioni nel tempo come accade con i leganti oleosi: ciò che vedi appena finito rimane identico anche dopo secoli.
Una tecnica ancora attuale
Oggi i pastelli sono tornati ad essere apprezzati da artisti contemporanei che ne scoprono le potenzialità espressive. Non sono uno strumento infantile, ma un vero e proprio mezzo artistico che richiede studio, pratica e sensibilità. Imparare a usarli professionalmente significa entrare in dialogo con una tradizione che da Rosalba Carriera arriva fino ai nostri giorni, passando per giganti come Degas.
"Il colore è la mia ossessione quotidiana, la gioia e il tormento".
Edgar Degas